Mestruazioni: la parola proibita
Mestruazioni: la parola proibita
Di Marta Mancosu
Una parola, mille reazioni e poche, pochissime azioni.
Avere le mestruazioni è fisiologico, è normale, è umano, è vita; ma allora perché è così difficile pronunciare questa parola, perché non se ne parla in tranquillità, perché ci si vergogna, perché si ride? Perché, poi, si prendono poco sul serio?
Semplice, perché le mestruazioni sono ancora un tabù, un enorme e assurdo tabù.
Ricordo ancora gli stratagemmi in classe per passarci l’assorbente, come se fosse un bene acquistato al mercato nero… ricordo il gesto di nasconderlo sotto la manica per non farmi vedere dai miei compagni, per non fare sapere loro che dovevo andare in bagno a cambiarmi l’assorbente.
Ricordo i “giochi” stupidi fatti da ragazzini, come le finte macchie di sangue attaccate sulla sedia, a indicare che eri proprio TU ad avere il ciclo mestruale, come se fosse qualcosa di sporco su cui fare ironia, come se fosse un’etichetta, come se fosse motivo di vergogna… e un po’, ammetto, lo era davvero.
Ricordo le volte in cui mi sono accidentalmente sporcata o ho sporcato qualcosa; ricordo il disagio, l’imbarazzo, il non sapere né che cosa fare, né come muovermi e dove. Ricordo l’ansia nell’alzarmi e nel trovare qualcosa per coprirmi, ricordo la ricerca disperata dello sguardo di qualche amica, un aiuto non-diretto, qualsiasi cosa pur di togliermi da quella situazione imbarazzante.
Ho sviluppato tardi rispetto alle mie coetanee e ricordo che per me questo era motivo di doppio disagio: ero una delle ultime ragazzine che ancora non aveva il ciclo (quindi, nella mia testa, ero sbagliata), ma allo stesso tempo temevo quel momento perché avrebbe comunque significato imbarazzo, risatine e tutto ciò di cui sopra. Insomma, uno schifo.
Le mestruazioni sono da sempre poco raccontate, si tendono a nascondere e quando se ne parla le narrazioni sono fiabesche, irreali, piene di stereotipi che non portano sicuramente benefici di alcun tipo.
La rappresentazione delle mestruazioni è da sempre molto patinata, come se fosse peccato fare vedere la realtà vera, i colori veri (sangue blu, seriamente?)
Rappresentare le mestruazioni in televisione è più tabù delle mestruazioni stesse; eppure, ci sono, esistono, così come esistono gli assorbenti (necessari, essenziali per farci vivere in modo NORMALE) ed è giusto farli vedere e soprattutto è giusto informare.
Sapevate che in Somalia, in tempi passati, la donna con le mestruazioni era definita impura?
Sapevate che molte donne non uscivano di casa durante le mestruazioni, per la troppa vergogna e il troppo disagio che provavano?
Quando non esistevano gli assorbenti (ma anche quando cominciavano a circolare, ma il prezzo era veramente troppo elevato), poi, le donne utilizzavano qualsiasi cosa per tamponare il sangue: qualsiasi cosa e questo valeva in tutto il mondo, anche in Italia.
Italia, dove oggi, nel 2021, gli assorbenti sono considerati beni di lusso e sono tassati al 22%.
BENI DI LUSSO, come un qualsiasi altro prodotto high cost non facente parte dei beni di prima necessità.
BENI DI LUSSO, come se avere le mestruazioni fosse una scelta, un acquisto mensile con abbonamento premium (quanti benefici, eh?)
Beni di lusso, ma pare che la strada verso l’abolizione della tampon tax sia ancora lunga: i tabù e le PRIORITÁ sono difficili da gestire.
La pensa diversamente il Kenya, che nel 2004 ha abolito la tassa sugli assorbenti, ma anche l’India che, dopo innumerevoli proteste, ha finalmente eliminato la tassa nel 2018.
Pare che delle mestruazioni in Italia proprio non si possa discutere. Tra chi sostiene che i commercial in cui si mostra il sangue mestruale facciano “schifo” e traumatizzino i bambini e le bambine, chi pensa che la tampon tax sia una sciocchezza e una NON priorità, in quanto esistono problemi ben più seri e le battaglie delle donne siano e debbano essere BEN ALTRE…
Ma quindi, esattamente, di che cosa dovremmo occuparci? Quello no perché considerato inutile, quell’altro no perché ci sono cose più importanti, il catcalling lasciamo perdere perché tema di poco conto, inutile e non traumatizzante…poi le mestruazioni sono cosa normale e non è cancellando la tassa sugli assorbenti che le donne raggiungeranno il rispetto, la parità salariale ed elimineranno la violenza di genere.
Capite bene che ragionare in questo modo non porterà mai a nulla ed è pericoloso e controproducente: è proprio a partire da queste “piccole” cose che si comincia ed è anche grazie a esse che, passo dopo passo, si può raggiungere l’equilibrio di genere e sconfiggere i tabù.
Avere le mestruazioni è normale, avere le mestruazioni non significa essere sporche, avere le mestruazioni non è una scelta.
È giusto parlarne, è giusto normalizzarle (in televisione soprattutto), così come è giusto combattere affinché la tassa sugli assorbenti venga abbassata.
E no, “compra la coppetta mestruale” non è ciò che vogliamo sentirci dire: perché? Perché non tutte purtroppo possono permettersi l’acquisto di prodotti igienici ecologici, non a tutte le donne può andare bene l’uso della coppetta e mille altri motivi per i quali tale dichiarazione risulti a tutti gli effetti NON inclusiva.
Le mestruazioni non sono una scelta, decidere di normalizzare, però, SÍ.
#tampontax
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